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  • mcenerini

Relatrice di tesi: una nuova emozione

Da quando sono freelance, le ore in cui riesco a riposare si possono contare sulle dita di una mano; in compenso, le emozioni che vivo ogni giorno sono infinite. Ho cercato di pensare al perché di questo, sentendomi persino in colpa per un'emotività, spesso legata alla vita professionale, che tanto incide sulla mia vita privata – per tutte le volte che sono nervosa, pensierosa o preoccupata a scapito della mia famiglia, per esempio.


A volte mi ritrovo a pensare che il lavoro sia per me una via di fuga da un presente complicato, da un passato di riscatto, da un futuro incerto. Del resto, già dai tempi della scuola ho sempre avuto un forte senso del dovere (e del volere) che mi ha indotto ad anteporre gli impegni di studio a tutto il resto, finanche a "mollare" tutto e tutti per inseguire l’obiettivo del momento: partire per un anno all'estero in quarta Liceo, lasciare il Conservatorio per dedicarmi allo studio delle lingue ed entrare a Scuola interpreti a Trieste, ottenere una borsa Erasmus di dodici mesi per potenziare il mio tedesco e superare gli esami di terza lingua (peraltro opzionali!), partire per uno stage in Portogallo quando qualcuno avrebbe avuto tanto bisogno di me, tornare all'Università per migliorare le mie competenze in neogreco e scoprire poi la passione per la glottodidattica con una figlia piccolissima e un marito di cui sono riuscita a esaurire l’infinita pazienza, scappare all'estero durante la maternità (all’epoca non ero ancora freelance) per poter riprendere lo studio del portoghese o del neogreco, conseguire una seconda laurea...


Se mi guardo indietro sorrido, ma non cambierei nulla. Le scelte sbagliate mi hanno aiutato a crescere e i sogni rimasti nel cassetto si sono trasformati in nuovi sogni, inattesi e sorprendenti. Uno di questi si è realizzato ieri, quando al termine dei corsi per l’anno accademico 2023/24, uno dei miei studenti LIMEC SSML, Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Milano con cui collaboro da un anno a questa parte in qualità di docente di traduzione inglese, ha discusso la sua bellissima tesi di laurea triennale di fronte a una commissione di cui ho fatto parte anch’io in qualità di relatrice.


Chi mi conosce sa che nelle ultime settimane ero molto nervosa al riguardo, ma potrà capire ancora meglio l’emozione provata ieri mentre lui – preparatissimo e professionale – esponeva il suo elaborato con ottime doti comunicative e si laureava con grande orgoglio della sua famiglia e di noi docenti. Questa volta io ero dall’altra parte e, mentre lui rispondeva alle nostre domande, io mi sono ricordata di tutte le peripezie, le difficoltà e i sacrifici che mi hanno permesso di essere lì in quel momento e di emozionarmi – ancora una volta.


Inutile dire che il sogno vissuto ieri è solo l’inizio di una nuova avventura e che, se ne avrò la possibilità, farò del mio meglio per dare il massimo in ogni circostanza e per saper emozionare gli altri così come mi emoziono io. Le persone da ringraziare sono tante, ma non posso non citare Gabriele Milesi e Noemi Coruzzi, Lisa Bianchetti e Alice Nagni, Francesca Calabrò e Giorgia Milani per la loro fiducia e il loro sostegno. Gli altri nomi a cui devo tutto, ma proprio tutto, sono scolpiti nel cuore e, anche se spesso li trascuro, restano in cima ai miei pensieri e mi danno l’energia con cui poter affrontare la vita, sfida dopo sfida.

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